Ed ora che sto morendo…

Mi hai accecato
con le tue luci di fuoco
Mi hai riempito
la bocca di fango
Mi hai confuso
con le tue false conquiste
Mi hai donato
solo polvere e cenere
Ed ora
che sto morendo
mi porgi
un calice colmo d’aceto

 

Negli occhi dei bambini

Negli occhi
dei nostri bambini
il riflesso scintillante
delle luci colorate
di un albero di Natale.
Negli occhi
dei figli della guerra
il cupo riflesso
dei traccianti di una mitragliatrice.

 

Come vorrei

Le tue mani quanto tremano
facilmente ti puoi stancare:
ci sono persone che ti amano
ti aiuterò a mangiare.

I tuoi passi sono sempre più stanchi
con le mie gambe vorrei farti camminare;
prima che la fatica ti sfianchi
io ti potrei aiutare.

I tuoi occhi velati di bianco,
non riescono più a guardare
il tuo sguardo è sempre più stanco
io ti potrei allietare

Ti leggerò una poesia
che ti farà sognare.
Sulle ali della fantasia
ti potrai addormentare.

In memoria

Il dolore può farmi impazzire
e l’assenza mi strazia la mente,
ma la vita non deve finire,
con coraggio sorrido alla gente.

Non più lacrime sul suo bel volto,
non più rughe che solcano il viso,
ma uno sguardo al cielo rivolto,
di chi, ormai, vede già il Paradiso.

 

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